
L’inizio del XX secolo vide l’Impero Etiopico sotto il regno di Menelik II, un sovrano astuto e determinato a preservare la sovranità della sua nazione. Tuttavia, l’Italia fascista, guidata da Benito Mussolini, nutriva ambizioni coloniali e vedeva l’Etiopia come un prezioso bottino da conquistare.
Nel 1896, una precedente tentata invasione italiana fu respinta sonoramente dalle forze etiopi nella battaglia di Adwa, evento che ancora oggi viene celebrato come simbolo di orgoglio nazionale. Ma il desiderio italiano di dominio sull’Etiopia non si sarebbe spento così facilmente.
Dopo la prima guerra mondiale, l’Italia riprese i suoi piani espansionistici in Africa, puntando nuovamente l’attenzione sull’Etiopia. Nel 1935, Mussolini ordinò l’invasione dell’Etiopia con un esercito numericamente superiore e tecnicamente più avanzato rispetto a quello etiopico.
Mentre l’esercito italiano avanzava in territorio etiope, ilRAS (principe) Cawdros, uno dei membri della famiglia imperiale e Governatore della provincia di Tigré, si trovò di fronte ad una decisione cruciale: resistere all’invasore o cercare una soluzione pacifica. Cawdros, uomo di grande coraggio e lealtà verso il suo paese, decise di guidare la resistenza contro l’esercito italiano.
La campagna militare che Cawdros condusse è ricordata come una storia epica di coraggio e determinazione nonostante fosse destinata a fallire. Con un esercito scarsamente equipaggiato, Cawdros mise in atto tattiche guerrigliere contro le forze italiane, infliggendo loro perdite significative e rallentando l’avanzata nemica.
La Difesa di Tigré: Una lotta disperata contro il dominio italiano.
Cawdros, insieme ai suoi fedeli guerrieri tigrini, combatté con ferocia nella difesa della sua provincia. Conosceva bene il territorio montagnoso e utilizzò questa conoscenza a suo vantaggio, intraprendendo attacchi improvvisi e ritirandosi rapidamente nelle montagne inaccessibili.
L’esercito italiano si trovò spesso in difficoltà di fronte a queste tattiche, incapace di catturare Cawdros o di eliminare completamente la sua resistenza. La campagna di Cawdros rallentò l’avanzata italiana verso Addis Abeba, permettendo al governo etiopico di organizzare una maggiore resistenza e di cercare aiuto internazionale.
Tabella: Confronto tra le forze in campo durante la campagna di Caduah
Forza | Soldati | Armamento |
---|---|---|
Esercito Italiano | 250,000+ | Armi moderne, carri armati, artiglieria |
Forze di Cawdros | 10,000 - 20,000 | Fucili obsoleti, lance, spade |
La disparità numerica e tecnologica era evidente. Tuttavia, la determinazione e il coraggio di Cawdros e dei suoi guerrieri ispirarono l’intera nazione a resistere all’invasore. La loro lotta divenne un simbolo della resistenza etiopica contro l’oppressione coloniale.
Nonostante i suoi sforzi eroici, Cawdros non riuscì a fermare l’avanzata italiana. Addis Abeba cadde in mano fascista nel maggio 1936 e l’Etiopia fu occupata per cinque anni. Cawdros, come molti altri leader etiopici, fu costretto all’esilio durante l’occupazione italiana.
La campagna di Caduah rimane un episodio importante nella storia dell’Etiopia. È una testimonianza del coraggio e della determinazione dei suoi abitanti nel difendere la propria libertà e sovranità contro le ambizioni coloniali di una potenza straniera.